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Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Grazie per ammaliarci ed essere generoso: stiamo tutti viaggiando con voi! Una curiosità: ma tutti i passeggeri sono scesi?!siete tutti nello stesso albergo? Dopo tante settimane in mare essere sulla terraferma vi stupisce o no?

I partecipanti all'escursione a Kyōto erano in tutto 22, divisi in due gruppi: uno condotto in lingua inglese e uno francese. Ma abbiamo fatto quasi tutto insieme, tranne un paio di volte in cui ci siamo divisi.
C'era anche un overland a Tokyo con numero analogo di partecipanti. Tutti gli altri hanno fatto escursioni di una sola giornata o visite individuali.

In effetti dopo mesi in nave, con discese a terra abbastanza brevi, fa un effetto un poco strano. Anche a terra si sente il mare nelle gambe...
Però ci si riabitua subito.
 
Grazie per ammaliarci ed essere generoso: stiamo tutti viaggiando con voi! Una curiosità: ma tutti i passeggeri sono scesi?!siete tutti nello stesso albergo? Dopo tante settimane in mare essere sulla terraferma vi stupisce o no?

I partecipanti all'escursione a Kyōto erano in tutto 22, divisi in due gruppi: uno condotto in lingua inglese e uno francese. Ma abbiamo fatto quasi tutto insieme, tranne un paio di volte in cui ci siamo divisi.
C'era anche un overland a Tokyo con numero analogo di partecipanti. Tutti gli altri hanno fatto escursioni di una sola giornata o visite individuali.

In effetti dopo mesi in nave, con discese a terra abbastanza brevi, fa un effetto un poco strano. Anche a terra si sente il mare nelle gambe...
Però ci si riabitua subito.
 
Buongiorno,
Molto molto interessante vedento le foto assaggerei tutto e' un cibo molto invitante , volevo chiedere qualche informazione perche dalle foto non si vedono mai ma c'e la giuda ? e all'incirca per farmi un idea quanto costano queste escursioni di 2/3/4 giorni ? Grazie mille

Si, il tour era guidato. 22 partecipanti, accompagnati da 2 tour escort, uno di Costa e uno del tour operator locale, e due guide, una in lingua inglese e una francese.

Per quanto riguarda i prezzi, sono piuttosto elevati. Ma bisogna anche dire che gli standard offerti sono alti: l'hotel 5 stelle con sistemazione in camera premium, pasti inclusi in ottimi ristoranti (la cena kaiseki che sto per postare costa all'incirca 120 euro a persona), trasferimenti in treno shinkansen in prima classe con prenotazione dei posti, ecc.
I prezzi di questi tour overland variano a seconda della durata, del paese visitato, della presenza o meno di voli, delle esperienze incluse.
Ieri sono stati presentati i programmi degli overland in Sudafrica, di 3 e 5 giorni. I prezzi per quelli di 3 giorni oscillano tra i 1600 e i 2500 euro a persona (tutti in riserve faunistiche per l'osservazione degli animali selvaggi, con sistemazioni in lodge più o meno lussuosi). Mentre il tour di 5 giorni costa 5000 euro a persona (escursione alle cascate Vittoria e parchi nazionali tra Sudafrica, Botswana e Zimbabwe, con diversi voli aerei).
Sono in ogni caso esperienze per piccoli gruppi tra 10 e 25 persone al massimo.
 
Buongiorno,
Molto molto interessante vedento le foto assaggerei tutto e' un cibo molto invitante , volevo chiedere qualche informazione perche dalle foto non si vedono mai ma c'e la giuda ? e all'incirca per farmi un idea quanto costano queste escursioni di 2/3/4 giorni ? Grazie mille

Si, il tour era guidato. 22 partecipanti, accompagnati da 2 tour escort, uno di Costa e uno del tour operator locale, e due guide, una in lingua inglese e una francese.

Per quanto riguarda i prezzi, sono piuttosto elevati. Ma bisogna anche dire che gli standard offerti sono alti: l'hotel 5 stelle con sistemazione in camera premium, pasti inclusi in ottimi ristoranti (la cena kaiseki che sto per postare costa all'incirca 120 euro a persona), trasferimenti in treno shinkansen in prima classe con prenotazione dei posti, ecc.
I prezzi di questi tour overland variano a seconda della durata, del paese visitato, della presenza o meno di voli, delle esperienze incluse.
Ieri sono stati presentati i programmi degli overland in Sudafrica, di 3 e 5 giorni. I prezzi per quelli di 3 giorni oscillano tra i 1600 e i 2500 euro a persona (tutti in riserve faunistiche per l'osservazione degli animali selvaggi, con sistemazioni in lodge più o meno lussuosi). Mentre il tour di 5 giorni costa 5000 euro a persona (escursione alle cascate Vittoria e parchi nazionali tra Sudafrica, Botswana e Zimbabwe, con diversi voli aerei).
Sono in ogni caso esperienze per piccoli gruppi tra 10 e 25 persone al massimo.
 
Da ultimo completiamo la nostra esperienza gastronomica giapponese passando alla cena. E non una cena qualunque ma un'autentica cena kaiseki.

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Il kaiseki è una forma tradizionale di cena giapponese composta da più portate, solitamente servite in un ordine prestabilito per esaltare i sapori e le texture degli ingredienti. Ogni piatto è preparato con grande cura, sia dal punto di vista dell'equilibrio dei sapori sia da quello dell'armonia delle composizioni, e presenta ingredienti freschi di stagione. Ogni piatto è fatto per essere assaporato prima di tutto nella sua gradevolezza visiva, poi in quella olfattiva e da ultimo in quella gustativa. La cena kaiseki è considerata un'esperienza culinaria particolarmente raffinata e spesso viene offerta in ristoranti di alta classe o ryokan (tradizionali locande giapponesi).

Ecco la nostra sequenza di portate:
Iniziamo con un antipasto freddo di cappesante brasate con verdure

20240325_201948.jpg

Brodo chiaro con molluschi

20240325_202824.jpg

Assortimento di sashimi (tonno, orata, calamari, gamberi) con salsa di soia

20240325_203552.jpg

Orata dorata con yuba

20240325_204439.jpg

Assortimento di antipasti caldi di pesce, con cetriolo giapponese e cuore di bambù

20240325_205345.jpg

Trota grigliata e piccoli pesci in tempura

20240325_210436.jpg

Tofu con soia e ricci di mare

20240325_211554.jpg

Manzo brasato con germogli di bambù

20240325_212257.jpg

continua...
 
Da ultimo completiamo la nostra esperienza gastronomica giapponese passando alla cena. E non una cena qualunque ma un'autentica cena kaiseki.

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Il kaiseki è una forma tradizionale di cena giapponese composta da più portate, solitamente servite in un ordine prestabilito per esaltare i sapori e le texture degli ingredienti. Ogni piatto è preparato con grande cura, sia dal punto di vista dell'equilibrio dei sapori sia da quello dell'armonia delle composizioni, e presenta ingredienti freschi di stagione. Ogni piatto è fatto per essere assaporato prima di tutto nella sua gradevolezza visiva, poi in quella olfattiva e da ultimo in quella gustativa. La cena kaiseki è considerata un'esperienza culinaria particolarmente raffinata e spesso viene offerta in ristoranti di alta classe o ryokan (tradizionali locande giapponesi).

Ecco la nostra sequenza di portate:
Iniziamo con un antipasto freddo di cappesante brasate con verdure

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Brodo chiaro con molluschi

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Assortimento di sashimi (tonno, orata, calamari, gamberi) con salsa di soia

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Orata dorata con yuba

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Assortimento di antipasti caldi di pesce, con cetriolo giapponese e cuore di bambù

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Trota grigliata e piccoli pesci in tempura

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Tofu con soia e ricci di mare

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Manzo brasato con germogli di bambù

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continua...
 
Si, il tour era guidato. 22 partecipanti, accompagnati da 2 tour escort, uno di Costa e uno del tour operator locale, e due guide, una in lingua inglese e una francese.

Per quanto riguarda i prezzi, sono piuttosto elevati. Ma bisogna anche dire che gli standard offerti sono alti: l'hotel 5 stelle con sistemazione in camera premium, pasti inclusi in ottimi ristoranti (la cena kaiseki che sto per postare costa all'incirca 120 euro a persona), trasferimenti in treno shinkansen in prima classe con prenotazione dei posti, ecc.
I prezzi di questi tour overland variano a seconda della durata, del paese visitato, della presenza o meno di voli, delle esperienze incluse.
Ieri sono stati presentati i programmi degli overland in Sudafrica, di 3 e 5 giorni. I prezzi per quelli di 3 giorni oscillano tra i 1600 e i 2500 euro a persona (tutti in riserve faunistiche per l'osservazione degli animali selvaggi, con sistemazioni in lodge più o meno lussuosi). Mentre il tour di 5 giorni costa 5000 euro a persona (escursione alle cascate Vittoria e parchi nazionali tra Sudafrica, Botswana e Zimbabwe, con diversi voli aerei).
Sono in ogni caso esperienze per piccoli gruppi tra 10 e 25 persone al massimo.
grazie mille!
 
La nostra cena kaiseki prosegue con:
Riso al vapore con piselli verdi, zuppa di miso rosso e crudita' di verdure

20240325_213047.webp

20240325_213107.webp

Composizione di frutti in gelatina

20240325_214348.webp

Per finire con involtino di mochi (pasta di riso e fagioli rossi dolci) accompagnato da tè macha

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Ultima modifica:
La nostra cena kaiseki prosegue con:
Riso al vapore con piselli verdi, zuppa di miso rosso e crudita' di verdure

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Composizione di frutti in gelatina

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Per finire con involtino di mochi (pasta di riso e fagioli rossi dolci) accompagnato da tè macha

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I partecipanti all'escursione a Kyōto erano in tutto 22, divisi in due gruppi: uno condotto in lingua inglese e uno francese. Ma abbiamo fatto quasi tutto insieme, tranne un paio di volte in cui ci siamo divisi.
C'era anche un overland a Tokyo con numero analogo di partecipanti. Tutti gli altri hanno fatto escursioni di una sola giornata o visite individuali.

In effetti dopo mesi in nave, con discese a terra abbastanza brevi, fa un effetto un poco strano. Anche a terra si sente il mare nelle gambe...
Però ci si riabitua subito.
Sentire il mare nelle gambe é bellissimo! Grazie per le risposte alle mie curiosità!
 
Giorno 77: Nagasaki (Giappone)

Al mattino della nostra partenza Kyōto ci saluta con una giornata di sole. La pioggia dei due giorni precedenti sembra solo un brutto ricordo. La luce del sole e il cielo sereno ci svelano panorami dalle nostre finestre che il maltempo ci aveva finora negato, almeno in parte.
Lontano, sui fianchi delle colline boscose, scorgiamo le pagode dai colori accesi, il grande Buddha, mille altri piccoli e grandi tesori che non abbiamo avuto il tempo di ammirare.

20240327_065029.jpg

20240327_065034.jpg

Lasciato L'albergo, in meno di mezz'ora siamo in stazione, dove iniziamo il nostro viaggio verso Nagasaki.

20240327_091600.jpg

La stazione è modernissima e molto funzionale. Saliamo al binario e aspettiamo l'arrivo del nostro treno.

20240327_093717.jpg

Il nostro convoglio è Nozomi 11 (la parola Nozomi significa augurio o speranza in giapponese). Un treno shinkansen che ci farà attraversare tutta la parte più occidentale dell'isola di Honshū a circa 300 km/h, portandoci in tre ore da Kyōto a Fukuoka.

20240327_111945.jpg

20240327_112006.jpg

Il paesaggio che ci scorre accanto, fuori dai finestrini, alterna tratti di campagne verdeggianti e moderne città.

20240327_111439.jpg

20240327_112540.jpg

Un nome sopra tutti evoca ricordi e immagini lontane nel tempo ma ancora e sempre terribili, legate indissolubilmente a Nagasaki la nostra meta finale di oggi: quel nome è Hiroshima.

20240327_112948.jpg

20240327_113104.jpg

Lasciamo l'isola di Honshū e con una serie di ponti giungiamo in quella di Kyushu, arrivando in perfetto orario (neanche a dirlo) alla stazione Hakata di Fukuoka.
 
Ultima modifica:
Giorno 77: Nagasaki (Giappone)

Al mattino della nostra partenza Kyōto ci saluta con una giornata di sole. La pioggia dei due giorni precedenti sembra solo un brutto ricordo. La luce del sole e il cielo sereno ci svelano panorami dalle nostre finestre che il maltempo ci aveva finora negato, almeno in parte.
Lontano, sui fianchi delle colline boscose, scorgiamo le pagode dai colori accesi, il grande Buddha, mille altri piccoli e grandi tesori che non abbiamo avuto il tempo di ammirare.

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Lasciato L'albergo, in meno di mezz'ora siamo in stazione, dove iniziamo il nostro viaggio verso Nagasaki.

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La stazione è modernissima e molto funzionale. Saliamo al binario e aspettiamo l'arrivo del nostro treno.

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Il nostro convoglio è Nozomi 11 (la parola Nozomi significa augurio o speranza in giapponese). Un treno shinkansen che ci farà attraversare tutta la parte più occidentale dell'isola di Honshū a circa 300 km/h, portandoci in tre ore da Kyōto a Fukuoka.

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Il paesaggio che ci scorre accanto, fuori dai finestrini, alterna tratti di campagne verdeggianti e moderne città.

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Un nome sopra tutti evoca ricordi e immagini lontane nel tempo ma ancora e sempre terribili, legate indissolubilmente a Nagasaki la nostra meta finale di oggi: quel nome è Hiroshima.

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Lasciamo l'isola di Honshū e con una serie di ponti giungiamo in quella di Kyushu, arrivando in perfetto orario (neanche a dirlo) alla stazione Hakata di Fukuoka.
 
Qui cambiamo treno e con un breve tragitto giungiamo a Takeo, dove prendiamo un altro shinkansen: Kamome 29 (in giapponese kamome significa gabbiano), che ci condurrà a Nagasaki.

20240327_140453.jpg

20240327_141554.jpg

Il percorso questa volta è breve, attraversando l'isola di Kyushu tra ampie zone coltivate a riso e un paesaggio che si fa via via più collinoso. In mezz'ora raggiungiamo la nostra meta: Nagasaki.

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20240327_143004.jpg

E questa volta la città ci accoglie con i primi fiori di ciliegio. Certo, è solo un inizio di fioritura, ma ci accontentiamo. Anzi ci appare come un segno di buon augurio in una città il cui nome è invece indissolubilmente legato a memorie funeste di guerra e distruzione.

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Qui cambiamo treno e con un breve tragitto giungiamo a Takeo, dove prendiamo un altro shinkansen: Kamome 29 (in giapponese kamome significa gabbiano), che ci condurrà a Nagasaki.

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Il percorso questa volta è breve, attraversando l'isola di Kyushu tra ampie zone coltivate a riso e un paesaggio che si fa via via più collinoso. In mezz'ora raggiungiamo la nostra meta: Nagasaki.

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E questa volta la città ci accoglie con i primi fiori di ciliegio. Certo, è solo un inizio di fioritura, ma ci accontentiamo. Anzi ci appare come un segno di buon augurio in una città il cui nome è invece indissolubilmente legato a memorie funeste di guerra e distruzione.

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Era ancora notte quando un velivolo Boeing B29 Superfortress del 393º Squadrone di Bombardieri, 509º Gruppo Composito, dell'U.S. Army Air Forces, decollava dalla base aerea di Tinian, alle Isole Marianne: il suo nome in codice era "Bockscar".
Il B-29 Superfortress era un bombardiere pesante statunitense molto utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale, era uno dei più grandi aerei militari operativi durante il conflitto ed era considerato un gioiello della tecnologia aeronautica militare dell'epoca. Aveva un'apertura alare di circa 43 metri e poteva trasportare un carico bellico massimo di oltre 9 tonnellate. Era dotato di una cabina di pilotaggio pressurizzata, che permetteva ai membri dell'equipaggio di operare a quote elevate senza dover utilizzare maschere di ossigeno.
Stava per sorgere il sole sul Pacifico, era l'alba del 9 agosto 1945, e il maggiore Charles W. Sweeney, al comando del velivolo, era preoccupato di non riuscire a portare a termine la sua missione. Quel volo era nato male: subito dopo la partenza erano iniziati i problemi. E problemi seri. Alcuni strumenti di navigazione restituivano allarmi di malfunzionamento e si stava lavorando sodo per cercare di risolverli. Non era una situazione facile. Tutt'altro. Il buon senso e la prudenza avrebbero consigliato di rinunciare e tornare alla base. Ma quella non era una missione qualunque: l'aereo stava trasportando un carico "particolare" e bisognava andare fino in fondo, a tutti i costi. Nella stiva infatti c'era "Fat Man", la seconda bomba atomica con cui dare il colpo di grazia per fare capitolare il nemico giapponese, tre giorni dopo Hiroshima.
Dopo un volo difficile, "Bockscar", accompagnato dalla sua squadriglia di appoggio, raggiunse infine il suo obiettivo: la città di Nagasaki. Alle 11:02 del mattino, dalla quota di 31000 piedi, la bomba fu sganciata e iniziò la sua caduta libera verso l'obiettivo. Alla quota di circa 500 metri di quota l'innesco fece esplodere la carica esplosiva convenzionale che provocò l'implosione del nucleo di plutonio-239. L'esplosione fu fortissima, devastante, mortale.

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Cinquecento metri più in basso, nel punto dell'ipocentro, in frazioni di secondo si scatenò l'inferno. L'effetto combinato di onda d'urto supersonica con pressione di centinaia di atmosfere, globo di gas con temperature dell'ordine di milioni di gradi, radiazione gamma, provocò effetti catastrofici. Nel raggio di 1,6 km la distruzione fu totale: edifici, alberi, persone, furono vaporizzati all'istante.
Nagasaki non esisteva più. Dove sorgeva la città ora rimanevano solo rovine, polvere, fiamme e silenzio.

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Oggi il sito dell'ipocentro fa parte del Parco della Pace di Nagasaki. Una stele ricorda il luogo preciso sulla cui verticale esplose la bomba.

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Era ancora notte quando un velivolo Boeing B29 Superfortress del 393º Squadrone di Bombardieri, 509º Gruppo Composito, dell'U.S. Army Air Forces, decollava dalla base aerea di Tinian, alle Isole Marianne: il suo nome in codice era "Bockscar".
Il B-29 Superfortress era un bombardiere pesante statunitense molto utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale, era uno dei più grandi aerei militari operativi durante il conflitto ed era considerato un gioiello della tecnologia aeronautica militare dell'epoca. Aveva un'apertura alare di circa 43 metri e poteva trasportare un carico bellico massimo di oltre 9 tonnellate. Era dotato di una cabina di pilotaggio pressurizzata, che permetteva ai membri dell'equipaggio di operare a quote elevate senza dover utilizzare maschere di ossigeno.
Stava per sorgere il sole sul Pacifico, era l'alba del 9 agosto 1945, e il maggiore Charles W. Sweeney, al comando del velivolo, era preoccupato di non riuscire a portare a termine la sua missione. Quel volo era nato male: subito dopo la partenza erano iniziati i problemi. E problemi seri. Alcuni strumenti di navigazione restituivano allarmi di malfunzionamento e si stava lavorando sodo per cercare di risolverli. Non era una situazione facile. Tutt'altro. Il buon senso e la prudenza avrebbero consigliato di rinunciare e tornare alla base. Ma quella non era una missione qualunque: l'aereo stava trasportando un carico "particolare" e bisognava andare fino in fondo, a tutti i costi. Nella stiva infatti c'era "Fat Man", la seconda bomba atomica con cui dare il colpo di grazia per fare capitolare il nemico giapponese, tre giorni dopo Hiroshima.
Dopo un volo difficile, "Bockscar", accompagnato dalla sua squadriglia di appoggio, raggiunse infine il suo obiettivo: la città di Nagasaki. Alle 11:02 del mattino, dalla quota di 31000 piedi, la bomba fu sganciata e iniziò la sua caduta libera verso l'obiettivo. Alla quota di circa 500 metri di quota l'innesco fece esplodere la carica esplosiva convenzionale che provocò l'implosione del nucleo di plutonio-239. L'esplosione fu fortissima, devastante, mortale.

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Cinquecento metri più in basso, nel punto dell'ipocentro, in frazioni di secondo si scatenò l'inferno. L'effetto combinato di onda d'urto supersonica con pressione di centinaia di atmosfere, globo di gas con temperature dell'ordine di milioni di gradi, radiazione gamma, provocò effetti catastrofici. Nel raggio di 1,6 km la distruzione fu totale: edifici, alberi, persone, furono vaporizzati all'istante.
Nagasaki non esisteva più. Dove sorgeva la città ora rimanevano solo rovine, polvere, fiamme e silenzio.

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Oggi il sito dell'ipocentro fa parte del Parco della Pace di Nagasaki. Una stele ricorda il luogo preciso sulla cui verticale esplose la bomba.

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