Bernini e Borromini, eccoli a confronto in una delle più belle piazze di Roma : Piazza Navona.
Architetti e scultori che a volte lavorano insieme, a volte finiscono l’uno il lavoro dell’altro e a volte si scambiano messaggi ironici ..... tuttora visibili nelle opere. Fino a far nascere delle vere e proprie tifoserie, come spesso succede nella Penisola: Michelangelo e Leonardo (senza dimenticare Bramante e Raffaello), Caravaggio verso Carracci, Verdi e Wagner… ma si potrebbe andare avanti all' infinito.
Il perché di questa rivalità? Dal nostro Palazzo, costruito da Borromini ma nel quale si trovano affreschi di Bernini... andiamo dunque a cercare di scoprirlo.
Due caratteri agli antipodi sicuramente...
Nato e cresciuto in un ambiente privilegiato, il napoletano Bernini gode dell’influenza e delle conoscenze paterne a Roma. Parliamo di un padre da subito impegnato nella promozione del figlio e che , oltre alla passione per l’architettura e la scultura , trasmette a Gian Lorenzo anche l’arte di quello che oggi chiameremmo “relazioni pubbliche”. Bernini è infatti carismatico ma anche mondano: un tratto che gli permetterà di ottenere incarichi davvero prestigiosi nella Città Eterna, e basta pensare al Colonnato di San Pietro.
Borromini, proveniente dall’odierno Canton Ticino, ha un carattere più riservato, decisamente austero, religioso fino alla castità e poco incline ai “rituali” sociali. Inviato dal padre a soli 9 anni a Milano per imparare l’arte dell’intagliatore in pietra, tanto da lavorare giovanissimo alla Fabbrica del Duomo, arriverà a Roma a piedi .... alla maniera dei pellegrini, trovando asilo nei conventi lungo la strada.
I due s’incontrano prima sul cantiere del Palazzo Barberini, poi alla Fabbrica di San Pietro: Bernini è di un solo anno più grande ma è già celebre e si prende sia un ruolo predominante nei lavori, sia una parte più consistente della retribuzione - “commissioni extra” comprese. E scattano le differenze, temperamentali ma soprattutto di approccio.
Differenze visibili ancora oggi, soprattutto in due opere: San Carlino - richiesta da frati mendicanti, dove Borromini opera un vero miracolo architettonico con pochissimi soldi, travertino, mattoni e stucco - e Sant’Andrea al Quirinale, commissionata con la benevolenza del Papa, dove (con maggiore spazio e molti più soldi) Bernini può usare marmi, oro e bronzo.
Potevo non andare a visitare queste due , forse poco conosciute meraviglie...? Non sia mai!!
Eccole.
Cominciamo con San Carlino alle quattro fontane. In un minuscolo spazio ha saputo creare una vera meraviglia. Questa è una delle sue prime opere, poco conosciuta, forse meno blasonata delle opere più celebri ma assolutamente un vero gioiello architettonico e virtuosismo....capirete poi il perché.
Intanto la facciata della chiesa è purtroppo, tutta impacchettata per i restauri. Si entra quindi molto frettolosamente da una porta laterale che ci darà modo di accedere ad un gioiello di chiostro....minuscolo ben orchestrato nelle proporzioni....
La chiesa è dedicata a San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, ma è soprannominato affettuosamente San Carlino dai romani, per le sue ridotte dimensioni.
La costruzione della chiesa e del convento fu affidata dai padri Trinitari Spagnoli a Francesco Borromini che vi lavorò in una prima fase, dal 1638 al 1642. L'architetto riprese successivamente il progetto, portato avanti fino alla sua morte (1667), lasciando il prospetto in costruzione.
La scenografica facciata ..... l' immagine che vi propongo è presa in rete poiché come vi dicevo è in restauro.....ultima realizzazione del Borromini, presenta un andamento concavo e convesso, ripreso anche nel campanile, e, al centro, la statua di San Carlo Borromeo di Antonio Raggi. Per le sue ridotte dimensioni, la chiesa è chiamata dai romani "San Carlino": si dice, infatti, che sia grande quanto uno dei pilastri della cupola della Basilica di San Pietro.
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