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Costa Deliziosa 21/11/2025-11/04/2026 Giro del Mondo.

Oggi finalmente terra…Barbados!

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All’arrivo in porto un concentrato di navi fra le quali l’indimenticata ed indimenticabile Carnival Venezia, caratterizzata ancora dal fumaiolo giallo e la grande “ C “.

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L’escursione fatta, in compagnia di Alessandra e Roberto, ci ha portato a visitare due dei principali luoghi di Barbados: il giardino Tropicale ed il Parco Nazionale Farley Hill.
La White Torch, fiore bellissimo presente nel giardino.


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Le Barbados sono un'isola caraibica incastonata nell'Oceano Atlantico, conosciuta per la sua bellezza naturale, le spiagge di sabbia bianca e le acque turchesi. L’isola fa parte delle Piccole Antille ed è situata all’estremità orientale dell’arcipelago, dove l’Atlantico si mescola con il Mar dei Caraibi.
Bridgetown, la capitale e principale porto, riflette l'eredità coloniale britannica con le sue architetture storiche e l'atmosfera vivace. L'influenza britannica è evidente anche nella cultura, con il cricket come sport nazionale e il tè delle cinque una tradizione ancora viva. Tuttavia, l’anima di Barbados è intrisa di cultura africana, mescolata con le influenze caraibiche, visibile nei suoi vivaci festival come il Crop Over, che celebra la fine della stagione della raccolta dello zucchero con musica, danze e colori.
Le Barbados vantano una biodiversità straordinaria, sia sulla terraferma che sott'acqua. Le sue barriere coralline attirano subacquei e appassionati di snorkeling da tutto il mondo, mentre l’interno dell’isola, con le sue colline dolci e le piantagioni di canna da zucchero, racconta la storia del passato coloniale e delle lotte per la libertà.
L’isola è anche rinomata per il suo rum, prodotto localmente sin dal XVII secolo. Il rum delle Barbados è considerato uno dei migliori al mondo, e visitare una delle distillerie storiche è un viaggio nel cuore della cultura isolana.
Con il suo clima tropicale, i sorrisi accoglienti della gente e l'atmosfera rilassata, Barbados offre un equilibrio perfetto tra avventura, cultura e relax.
Non sono solo un paradiso tropicale, ma un'isola con una storia e un'identità profondamente radicate. Abitata originariamente dagli indigeni Arawak e poi dai Caribi, fu avvistata dagli esploratori spagnoli e portoghesi prima di diventare una colonia inglese nel 1627. Il nome "Barbados" deriva probabilmente dai portoghesi, che chiamarono l'isola *Los Barbados*, ovvero "i barbosi", riferendosi agli alberi di fico che crescevano lungo le sue coste, con radici che sembravano barbe pendenti.
Durante il periodo coloniale, l'isola divenne una delle maggiori produttrici di zucchero, coltivato grazie al lavoro degli schiavi africani. Questa storia dolorosa ha lasciato segni profondi nella società, ma ha anche contribuito a forgiare una cultura resistente e ricca di espressioni artistiche, musicali e culinarie. Oggi, il passato coloniale si riflette nei forti, nelle piantagioni e nelle tenute che costellano l’isola, molte delle quali sono state restaurate e sono aperte al pubblico.
Un esempio notevole è la villa di St. Nicholas Abbey, una delle poche residenze coloniali rimaste, dove si può osservare come vivevano gli aristocratici britannici dell'epoca. Anche il Parco Nazionale di Farley Hill, con le rovine di una vecchia villa,

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offre panorami mozzafiato sulla costa settentrionale dell'isola, un luogo perfetto per rilassarsi e riflettere sul passato dell'isola.
La flora e la fauna di Barbados sono altrettanto straordinarie. La Riserva Faunistica delle Barbados ospita specie autoctone e tropicali, inclusi scimmie verdi, cervi e una varietà di uccelli esotici. I giardini botanici come quelli di Andromeda Gardens e Hunte's Gardens offrono uno spaccato della lussureggiante vegetazione caraibica, dove si possono ammirare fiori tropicali, palme e felci giganti.
Culturalmente, Barbados ha dato i natali a numerosi artisti di fama internazionale, tra cui la superstar della musica pop Rihanna, che rappresenta l'orgoglio dell'isola a livello globale. Oltre alla musica, la cucina bajan è un altro elemento di forte identità culturale, con piatti come il *cou-cou* (una sorta di polenta di farina di mais) servito con pesce volante, il piatto nazionale. Il pesce fresco, insieme al rum, al pane dolce e ai piatti speziati, riflette il mix di influenze africane, britanniche e caraibiche che permeano ogni aspetto della vita sull'isola.
 
Ecco invece il mio punto di vista sulla giornata di oggi...

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Appena scesi a terra eccoci di fronte una nostra vecchia conoscenza: Carnival Venezia.

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È un piacere rivederla. Anche così... americanizzata...

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Certo preferiamo ricordarla com'era il giorno del suo vernissage, qualche anno fa a Trieste: quando potemmo godercela anche se solo per pochi giorni, nella mini crociera inaugurale nell'Adriatico. La ricordiamo bellissima, sorvolata dalle frecce tricolori, mentre noi la osservavano dal molo Audace; la ricordiamo, ancora, protagonista di un suggestivo spettacolo di fuochi d'artificio, mentre la sua mole bianca si stagliava in un cielo notturno pieno di luci e di colori; la ricordiamo...

Altri tempi... purtroppo...

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Lasciamo il porto affollato di navi per iniziare la nostra escursione di oggi, in compagnia di Ester e Maurizio, nell'entroterra dell'isola di Barbados, alla ricerca di verde, di natura, di colori tropicali dopo tanti giorni di navigazione in alto mare.
 
Percorriamo le strade di una Bridgetown in piena atmosfera natalizia caraibica: con profusione di addobbi e luci che ci appaiono fuori posto sotto il sole cocente, con improbabili babbi natale un po' sudati sotto le loro barbe bianche finte, con decorazioni natalizie alle finestre e lucine colorate che impietosamente si perdono nella luce abbagliante di mezzogiorno.
Tutto ci appare vagamente anacronistico, ma apprezziamo comunque il tentativo: non tutti possono avere paesaggi innevati per Natale (spesso neanche noi peraltro...), e in fondo, a qualunque latitudine e a qualunque temperatura, Natale è pur sempre Natale...

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Gli edifici del centro, ben presto lasciano il posto alle modeste, se non povere, abitazioni della periferia. Poi la strada si addentra nell'interno dell'isola in un ambiente tipicamente rurale.

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Ben presto arriviamo alla nostra meta.

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Completamente circondati dal verde e sovrastati da altissime palme reali...
 
La nostra meta è la Flower Forest, un grande giardino botanico-foresta che si stende sulle dolci colline della Scotland District, offrendo sentieri ombreggiati, viste aperte sull’entroterra e scorci sull’oceano Atlantico.

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Camminando lungo i suoi percorsi si ha la sensazione di essere in una foresta tropicale seppure addomesticata: prati ondulati, alberi maestosi e punti panoramici attrezzati dove fermarsi ad ascoltare il vento e il canto degli uccelli.

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La struttura del luogo è quella di un’antica piantagione di canna da zucchero trasformata in un parco naturale, con oltre 50 acri di terreno ricoperti da vegetazione rigogliosa.

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I sentieri, alcuni principali e altri più piccoli, altri ancora semplici camminamenti laterali, si intrecciano tra saliscendi dolci, offrendo a ogni curva un quadro diverso: un belvedere sulla costa est, un viale di palme reali, una radura verde che si apre all’improvviso dopo un tratto più fitto.

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Dal punto di vista botanico, Flower Forest è una collezione all’aria aperta di piante tropicali che in Europa si vedono spesso solo in vaso. Sotto l’ombra delle alte palme reali caraibiche crescono gruppi di eliconie, ginger lilies, bromelie e anthurium, insieme ad altri fiori coloratissimi che riempiono di macchie rosse, arancio, rosa e gialle il sottobosco.

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Molte di queste piante sono state selezionate anche per il loro valore ornamentale nelle esposizioni internazionali, quindi aiuole e bordure sono pensate per avere fioriture praticamente tutto l’anno. Tra una zona e l’altra, bassi arbusti fioriti e cespugli tropicali fanno da transizione, mentre i prati verdi e le chiome degli alberi creano un contrasto morbido che rende il paesaggio molto armonioso.

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Durante la passeggiata non è raro incontrare uccelli di varie specie, e talvolta manguste o scimmie verdi che attraversano i prati o i rami più bassi, aggiungendo un elemento “selvaggio” al carattere curato del giardino. Nel complesso Flower Forest dà l’impressione di un luogo pensato per rallentare: un giardino-foresta dove osservare da vicino la flora tropicale di Barbados, ma anche un punto in cui godersi silenzio, aria fresca di collina e viste ampie sull’isola.

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Lasciamo questo luogo magico, con il suo verde e i colori brillanti dei suoi fiori, all'ombra delle alte chiome delle palme reali.
 
La nostra prossima meta è Farley Hill National Park. Si tratta di un luogo di grande fascino storico e naturale, che si trova nella parrocchia di Saint Peter, sulla costa nord-occidentale dell’isola, ed è noto per l’affascinante rovina di una grande villa coloniale che si affaccia sul mare.

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Il parco comprende ampi spazi verdi con prati ben curati, alberi ombrosi, e viste panoramiche spettacolari sull’Oceano Atlantico, ideali per picnic, passeggiate e momenti di relax immersi nella natura.

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Farley Hill nacque come grande piantagione dell’Ottocento, con una “great house” iniziata nel 1818 e ampliata per circa cinquant’anni fino a essere considerata una delle ville più imponenti di Barbados. A metà del XIX secolo la proprietà apparteneva a Sir Graham Briggs, ricco piantatore e politico, che arricchì sia la casa sia i giardini, importando numerose specie di alberi e piante ornamentali e trasformando la collina in un luogo di rappresentanza per l’élite coloniale.

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Nella seconda metà dell’Ottocento la villa divenne famosa anche per gli ospiti illustri: qui Briggs intrattenne membri dell’aristocrazia britannica, tra cui il futuro re Giorgio V nel 1879, consolidando il prestigio del luogo. Con il declino del sistema delle piantagioni però, la casa cominciò a perdere la sua funzione originaria, ma rimase simbolo della ricchezza accumulata sull’economia dello zucchero e sul lavoro degli schiavi e, più tardi, dei lavoratori legati all’industria cannaviera.

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Nel Novecento la grande dimora conobbe una nuova, breve stagione di notorietà quando venne scelta come location per il film “Island in the Sun” (1957), che sfruttò gli interni e gli esterni della casa come sfondo scenografico. Pochi anni dopo, nel 1965, un incendio distrusse la struttura, lasciando solo le mura esterne e trasformando l’antica villa in una rovina monumentale affacciata sui versanti verdi e sulla costa atlantica.
Nel 1966, l’anno dell’Indipendenza di Barbados, l’area fu ufficialmente inaugurata come Farley Hill National Park da Elisabetta II, con l’obiettivo di preservare sia il paesaggio che la memoria storica del sito. Da allora il parco è diventato uno dei luoghi simbolo del patrimonio naturale e culturale dell’isola: un grande prato ombreggiato da maestosi alberi di mogano che circondano le rovine, usato per picnic, matrimoni, concerti e festival musicali.

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Ritorniamo verso la nostra nave, percorrendo la strada che ci offre splendidi panoramiche dapprima sulla costa orientale dell'isola, battuta dal vento e dalle grandi onde dell'Atlantico, poi la più calma e sabbiosa costa occidentale, costellata di ricche residenze e di lussuosi hotel.

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Ritornati al porto, troviamo una grande massa di crocieristi in rientro alle proprie navi.

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Al tramonto, una dopo l'altra le navi lasciano il porto.

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Lo spettacolo di questi colossi, illuminati da mille luci, che si muovono lentamente sull'acqua, mentre il cielo si colora del tramonto, è davvero suggestivo.
 
Resto a osservarla in silenzio sul mio balcone, mentre mi scorre lentamente davanti. Mi emoziono quando scambia lunghi fischi di sirena di saluto con la nostra nave.

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La osservo mentre si allontana, travolto da un flusso ininterrotto di ricordi.
Ormai è notte. È stata una bella giornata, ma ora è tempo di partire.
Rotta ancora verso ovest: prossimo scalo Cartagena de Indias...
 
Credo sia monotono ripetere sempre le stesse considerazioni e i soliti apprezzamenti, ma state producendo una valanga di foto una più bella dell'altra e commenti "cinematografici".
State vivendo dei momenti indelebili....e siamo solo all'inizio.
 
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